A Benevagienna in mostra fino al 30 novembre il ricamo BANDERA
>> venerdì 14 novembre 2014
A Benevagienna in provincia di Cuneo, presso Palazzo Ravera, fino al 30 novembre 2014 sarà visitabile una rassegna dedicata al ricamo Bandera, con una particolare attenzione a quello tipico del Piemonte. La mostra ripercorre lo sviluppo di questa arte tra la fine del '500 e il '600, con la nascita di laboratori ti tappezzieri e ricamatori che venivano chiamati dai nobili per rivestire i loro arredi ricoperti di seta ormai logora. Gli artigiani dunque rifoderavano la tappezzeria con un una tela rustica - più resistente - detta "bandera", prodotta nel zona del chierese fin dal 1480. Questo tessuto veniva poi impreziosito con ornati e fiori ricamati a fili di lana ritorta.
Per i nobili piemontesi il ricamo bandera si rivelò un ottimo ed economico metodo per recuperare vecchi arredi un tempo rivestiti di sete, velluti e broccati, dando una nuova aria alle loro dimore grazie ai disegni ricamati sulle nuove coperture, che richiamavano la fiorente architettura barocca con disegni floreali, fregi, volute ma anche antiche rappresentazioni mitologiche, e paesaggi, ispirandosi addirittura a noti architetti come Juvarra e Alfieri, oltre che ai motivi di ebanisti e artigiani del ferro.
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La tela bandera, oltre ad essere più resistente, era anche estraibile e lavabile. Se i primi prototipi - ricavati con canapa, lino e cotone grezzo tenuti insieme da fili di lana sottile ritorta e monocolore - avevano degli inserti in fili oro, in un secondo tempo anche quest'ultimo materiale, troppo costoso, venne sostituito dai fili colorati in tonalità sempre più varie. Stoffa e ricamo Bandera divennero una vera e propria moda che acquisì diverse varietà a seconda delle zona e dei territori dove quest'arte veniva praticata. Nella mostra si possono apprezzare proprio tali diversità che indicano la zona geografica di provenienza dei manufatti: per esempio a Cuneo, Saluzzo, Fossano e Mondovì divennero tipici i rilievi profondi con raggiere a stella, e motivi floreali, mentre nella zona di Asti erano tipici i soggetti vegetali.
Alla fine dell'800 questa tecnica ebbe una specie di revival grazie alla fondazione di un laboratorio - scuola che partecipò all'esposizione di Milano del 1906; dalla seconda guerra mondiale questa pregevole arte declinò, pur lasciando tracce in tantissime dimore piemontesi.
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Alla fine dell'800 questa tecnica ebbe una specie di revival grazie alla fondazione di un laboratorio - scuola che partecipò all'esposizione di Milano del 1906; dalla seconda guerra mondiale questa pregevole arte declinò, pur lasciando tracce in tantissime dimore piemontesi.
L'ingresso alle mostre è libero e gratuito con le seguenti modalità: Casa Ravera: giorni festivi 10,00-12,00/15,00-18,00 Sabato pomeriggio 15,00-18,00 Giorni feriali - per gruppi- prenotarsi all'Ufficio Turistico Tel. 0172.654969 (chiuso il martedì).
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